lunedì 24 settembre 2007
Napoli allarme Lavezzi
Il dubbio di ieri, il dubbio di oggi, il dubbio di domani: ce la farà Lavezzi? Il dubbio da sciogliere, dopo aver riscoperto l’infiammazione agli adduttori, era il tormento del Napoli, rimasto con il fiato sospeso per quell’ora in cui «el loco» attaccava ma non troppo, allungava ma non troppo, affondava ma non troppo, per non rischiare di starsene poi troppo fermo:
« E’ un’infiammazione agli adduttori. Colpa dell’affaticamento. Per qualche giorno ha avuto problemi; sabato, nella rifinitura, s’è fermato per non andare in contro a peggioramenti. E’ dovuto uscire e ora è materia del medico ». Il dubbio di Pierpaolo Marino, quello di Reja, quello del Napoli, quello dei cinquemila rimasti a osservare preoccupati ogni scatto rimane vivo al novantunesimo, quando il Napoli se ne torna beatamente soddisfatto di quel pareggio, portandosi però appresso un tarlo destinato a resistere almeno sino a mercoledì sera. Lavezzi sì o Lavezzi no? Sessantasette minuti sperando che sia niente, pregando silenziosamente affinché non accada assolutamente, affidandosi ai personalissimi protettori, scandagliati sugli adduttori dell’argentino: e, alla fine, le solite perplessità, vagheggiate alla vigilia della sfida del «Castellani», rese pubbliche in vista della sfida del Livorno. Lavezzi, quella scheggia imprevedibile, quel folletto tutto nervi e rapidità, rimane vivace, brillante però controllato: la brillantezza l’assiste, ma sino a un certo punto, perché poi la psiche umana tradisce. Un avvio bruciante e una pausa, un’altra accelerazione ma senza risultare letale, passi di danza intorno al pallone, dribbling, serpentine, ma la velocità rimane umanissima, non devastante come a Udine, non letale come con la Sampdoria: «Ha un problema». Marino conferma, Reja s’incupisce, Lavezzi s’affida a Salvatore Carmando e al dottor De Nicola, affida loro i propri muscoli, le proprie gambe, magari persino la propria testa, per sgomberarla dalle preoccupazioni che possono accecare un giocatore. Napoli- Livorno, dopodomani, potrebbe avere Maradona in tribuna: e lui, el loco, cresciuto nell’ombra del Mito, allevatosi a colpi di magìe rubacchiate osservando Diego, potrebbe mai arrendersi? Il mistero-Lavezzi, svelato nell’imminenza di Empoli- Napoli, diviene l’argomento pregnante d’un postpartita ch’è già vigilia di Napoli- Livorno: « Chissa? » . Infatti, chissà? Empoli- Napoli, sabato, rimaneva un interrogativo: 60% sì, 40% no. Napoli-Livorno, a settantadue ore, è già invece una sorta di miraggio, un’inquietudine che monta e travolge, che gela e annichilisce. L’Ezequeile Lavezzi di Empoli, per quanto sufficiente, è semplicemente la controfigura dell’attaccante devastante degli ultimi centottanta minuti: ma preservarlo, per curarlo, è un dovere al quale il Napoli non può sottararsi. Dunque: due giorni e mezzo di sedute, di massaggi, di cure appropriate, di riposo, di scarico, e poi la sentenza, che però sembra più o meno annunciata dalle espressioni, dagli avvisi, dalle allusioni. C’è una speranza, piccola però concreta, di poterlo avere merdolecì sera; c’è il timore, enorme e altrettanto concreto, di dover esporre l’uomo-missile a un rischio incalcolabile. E fulmini nel ciel sereno, Napoli non vuole avvistarne.
fonte: corrieredellosport.it
« E’ un’infiammazione agli adduttori. Colpa dell’affaticamento. Per qualche giorno ha avuto problemi; sabato, nella rifinitura, s’è fermato per non andare in contro a peggioramenti. E’ dovuto uscire e ora è materia del medico ». Il dubbio di Pierpaolo Marino, quello di Reja, quello del Napoli, quello dei cinquemila rimasti a osservare preoccupati ogni scatto rimane vivo al novantunesimo, quando il Napoli se ne torna beatamente soddisfatto di quel pareggio, portandosi però appresso un tarlo destinato a resistere almeno sino a mercoledì sera. Lavezzi sì o Lavezzi no? Sessantasette minuti sperando che sia niente, pregando silenziosamente affinché non accada assolutamente, affidandosi ai personalissimi protettori, scandagliati sugli adduttori dell’argentino: e, alla fine, le solite perplessità, vagheggiate alla vigilia della sfida del «Castellani», rese pubbliche in vista della sfida del Livorno. Lavezzi, quella scheggia imprevedibile, quel folletto tutto nervi e rapidità, rimane vivace, brillante però controllato: la brillantezza l’assiste, ma sino a un certo punto, perché poi la psiche umana tradisce. Un avvio bruciante e una pausa, un’altra accelerazione ma senza risultare letale, passi di danza intorno al pallone, dribbling, serpentine, ma la velocità rimane umanissima, non devastante come a Udine, non letale come con la Sampdoria: «Ha un problema». Marino conferma, Reja s’incupisce, Lavezzi s’affida a Salvatore Carmando e al dottor De Nicola, affida loro i propri muscoli, le proprie gambe, magari persino la propria testa, per sgomberarla dalle preoccupazioni che possono accecare un giocatore. Napoli- Livorno, dopodomani, potrebbe avere Maradona in tribuna: e lui, el loco, cresciuto nell’ombra del Mito, allevatosi a colpi di magìe rubacchiate osservando Diego, potrebbe mai arrendersi? Il mistero-Lavezzi, svelato nell’imminenza di Empoli- Napoli, diviene l’argomento pregnante d’un postpartita ch’è già vigilia di Napoli- Livorno: « Chissa? » . Infatti, chissà? Empoli- Napoli, sabato, rimaneva un interrogativo: 60% sì, 40% no. Napoli-Livorno, a settantadue ore, è già invece una sorta di miraggio, un’inquietudine che monta e travolge, che gela e annichilisce. L’Ezequeile Lavezzi di Empoli, per quanto sufficiente, è semplicemente la controfigura dell’attaccante devastante degli ultimi centottanta minuti: ma preservarlo, per curarlo, è un dovere al quale il Napoli non può sottararsi. Dunque: due giorni e mezzo di sedute, di massaggi, di cure appropriate, di riposo, di scarico, e poi la sentenza, che però sembra più o meno annunciata dalle espressioni, dagli avvisi, dalle allusioni. C’è una speranza, piccola però concreta, di poterlo avere merdolecì sera; c’è il timore, enorme e altrettanto concreto, di dover esporre l’uomo-missile a un rischio incalcolabile. E fulmini nel ciel sereno, Napoli non vuole avvistarne.
fonte: corrieredellosport.it
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento